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Laringofaringite da reflusso

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La malattia da reflusso gastroesofageo rappresenta una patologia di comune riscontro in un ambulatorio specialistico otorinolaringoiatrico, soprattutto laddove venga effettuata di prassi, nel contesto della visita, una video fibroscopia della gola.
I disturbi laringei sono infatti riconducibili per almeno il 50%, in misura variabile, a manifestazioni cliniche del reflusso.
Lo specialista otorino è solito distinguere i sintomi della malattia da reflusso di pertinenza orl in: sintomi da reflusso prossimale, sintomi da reflusso distale e sintomi da meccanismo sconosciuto.

Sintomi da reflusso prossimale

Non avete ancora capito che cos’è la faringite cronica?
La faringite cronica è uno stadio della più comune faringite (i cui sintomi sono decisamente ridotti), dove purtroppo è subentrata un’infezione batterica ed i vari effetti che possono accompagnarla: come vedremo l’azione di questi batteri può venir facilmente monitorata e definitivamente annientata, ma sarà però importante consultare il medico per riconoscerne i sintomi e stabilire immediatamente cosa fare per curarla.
Che cos’è la faringite cronica? Semplice, se vi ha colpito è il vostro peggior avversario, il nemico da eliminare a tutti i costi.

I sintomi della faringite cronica

Mal di gola (faringite): si tratta di un’aumentata frequenza di processi infiammatori a carico della mucosa faringea (faringiti), che possono verificarsi anche a breve distanza di tempo nell’arco di una stessa stagione, arrivando a dover essere sottoposti a terapia antinfiammatoria ed antibiotica. L’esperienza clinica suggerisce che una terapia efficace nel prevenire gli episodi di reflusso sia legata ad una significativa diminuzione degli attacchi di faringite cronica ricorrente.
Difficoltà alla deglutizione (disfagia): si tratta di un sintomo di allarme che deve indurre ad eseguire in tempi brevi un’indagine video endoscopica al fine di escludere la presenza di malattie tumorali che possano ostruire la gola. La caratteristica clinica più importante di questo sintomo, che lo distingue dalla disfagia derivante da patologia neoplastica occludente, è la capricciosità del quadro clinico, che non risulta peggiorativo nel tempo, cambia continuamente di intensità, variando più volte nell’arco della giornata a può presentare prolungati intervalli di benessere.
Cambiamenti della voce (disfonia): sono determinati dalla presenza di lesioni alle corde vocali quali granulomi da esposizione prolungata a liquidi irritanti refluiti dal canale alimentare (acido, enzimi), polipi e, in una percentuale inferiore, carcinomi (nella mucosa neoplastica sono stati spesso documentati danni tissutali da reflusso).
La raucedine, l’abbassamento di voce prolungato, la modifica del timbro vocale apparentemente senza causa documentabile sono pertanto sintomi da non sottovalutare e da riferire a consulenza specialistica otorinolaringoiatrica, preferibilmente con accertamento video endoscopico.

Sintomi da reflusso distale

Tosse stizzosa senza produzione di muco: si tratta di un disturbo estremamente fastidioso per il paziente, ricorrente in modo imprevedibile e spesso invalidante dal punto di vista sociale. In uno spettro variabile dal 50% al 75% dei soggetti affetti da tosse cronica è stato dimostrato un reflusso gastroesofageo asintomatico. Il legame fra reflusso e tosse è ulteriormente provato dalla scomparsa degli episodi di tosse notturna a seguito dell’instaurarsi di appropriata terapia antireflusso.
Raucedine e prurito (vellichio) alla gola: si tratta di un sintomo per cui il paziente in genere non riceve adeguata attenzione, essendo erroneamente ritenuto un disturbo di scarsa importanza. In realtà questo fastidio insorge in modo subdolo fino a diventare una vera e propria ossessione; conseguentemente si assiste ad un documentabile danno nella vita di relazione e lavorativa, soprattutto per quelle professioni in cui l’uso della voce è necessario e frequente (insegnanti, negozianti, uomini d’affari, rappresentanti).
Nella maggior parte dei casi questi pazienti vengono affidati alle cure dello psicologo, dello psichiatra o del neurologo, con somministrazione continuativa – quanto dannosa – di psicofarmaci (ansiolitici, antidepressivi). In realtà una buona cura contro il reflusso si è dimostrata molto spesso utile nel ricondurre il paziente ad una buona qualità di vita.

Sintomi da meccanismo sconosciuto

Sensazione di corpo estraneo nella gola (globo isterico): si tratta di una spiacevole sensazione di nodo alla gola, di qualcosa che ‘non va né su né giù’. In questi casi l’utilizzo di farmaci ansiolitici e/o antidepressivi aggrava, per la nota azione rilassante sulla valvola esofagea, la malattia da reflusso gastroesofageo, oltre ad essere mal accettato dai pazienti che non si sentono capiti né adeguatamente curati dagli specialisti ed isolati da familiari e conoscenti. Intraprendere una giusta terapia antiacida porta, in molti casi, alla riduzione del nodo alla gola, in tempi ragionevolmente brevi.
Infiammazione della mucosa retronasale con gocciolamento di muco a livello della trachea: si tratta di un sintomo meno comune, comunque documentato in discreta associazione con alterazioni mucose da insulto acido.

La terapia della faringite cronica da reflusso

Il trattamento della faringite e della laringite da reflusso prevede una scelta rigorosa del paziente idoneo, previa indagine video endoscopica del naso e della gola. Né diagnosi né tantomeno terapia antireflusso dovrebbero essere presunte sulla base delle sole informazioni riferite dal paziente.
La categoria di farmaci di prima scelta è rappresentata dai cosiddetti antiacidi (inibitori di pompa protonica, PPI); nelle manifestazioni otorinolaringoiatriche della malattia da reflusso il dosaggio iniziale dovrebbe essere raddoppiato rispetto a quello usuale e protratto per almeno un mese, con periodiche verifiche endoscopiche di efficacia terapeutica.
Altri presidi complementari comprendono: farmaci che facilitano lo svuotamento dello stomaco e farmaci protettori delle mucose. Per la sintomatologia otorinolaringoiatrica molto utile risulta essere l’utilizzo di terapia aerosol con sodio ialuonato 0,3% con 1 o 2 nebulizzazioni giornaliere per un arco temporale di almeno 20 giorni. Il trattamento permette una rapida ritrofizzazione della mucosa faringolaringea con conseguente riduzione di tutta la sintomatologia.
Un corretto comportamento alimentare è infine sempre raccomandabile.