Oggi non è più ammissibile parlare di cistite come di un problema esclusivamente della donna. È una patologia che sicuramente ha una grandissima prevalenza sul sesso femminile per questioni banalmente anatomiche, ma oggi una donna non può vivere con la cistite solo perché donna.
Quindi bisogna fare una campagna a livello di medico di base, di farmacista e anche di specialista, affinché capiscano che oggi la cistite in una donna è una patologia come qualsiasi altra, e quindi ci sono gli strumenti per curarla.
Antibiotico sì, antibiotico no
Oltretutto da anni abbiamo la possibilità di curare le cistiti in maniera esemplare, evitando l’abuso di antibiotici, che sono perfettamente inutili, perché io insisto sempre nel dire che un antibiotico ha la sua utilità qualora la persona sviluppi uno stato febbrile, in quel caso ha ragione di essere prescritto, ma nel caso si tratti di uno stato di infezione causata da batteri come il classico Escherichia coli, che convive con noi e occasionalmente si virulenta, oppure nel caso di forme infiammatorie in cui non c’entra assolutamente niente la questione batterica, ma si tratta solo di un problema di infiammazione, abbiamo gli strumenti adatti per curare perfettamente forme di questo tipo senza antibiotici.
Alternative all’antibiotico
Gli strumenti quali sono? Oggi abbiamo la possibilità di utilizzare dei dispositivi medici come l’acido ialuronico e il condroitin solfato, che hanno veramente cambiato la storia della cistite e delle forme di infiammazione, non solo a livello dell’apparato genitale, ma direi a livello di tutto il corpo. Poi abbiamo i probiotici, che sono fondamentali, perché se noi non puliamo la disbiosi intestinale, che è la reale fonte della genesi dell’infezione, non riusciremo mai a curare una cistite.
Il binomio cistite-antibiotico quindi deve oggi assolutamente sparire. Oggi dobbiamo trattare il paziente all’insorgere della patologia con questi mezzi: con sostanze appunto come acido ialuronico e condroitin solfato, che hanno un’attività di protezione della parete vescicale, con eventualmente in associazione delle sostanze ad azione disinfettante, come il D-mannosio, in grado di bloccare le fimbrie, cioè i pedicelli dei batteri, che quindi non riescono ad attaccarsi alle pareti; e poi con i probiotici, che vanno a ripopolare quel microcosmo di batteri geneticamente attivi che popolano il nostro intestino, che vivono con noi e che ci permettono di vivere, ma se questo equilibrio viene rotto e si presenta una situazione di disbiosi, possiamo precipitare in una situazione di malattia.
Ultimo aggiornamento 26/05/2016