Una funzione tiroidea ottimale è indispensabile per lo svolgimento dell’attività fisica. Sia un’attività fisica amatoriale sia, a maggior ragione agonistica. Questo per vari motivi, perché gli ormoni tiroidei hanno un diretto impatto sul nostro metabolismo, e le loro oscillazioni, che si adattano allo sforzo che viene prodotto, possono condizionare anche la performance sportiva. In particolare succede come in tutte le ghiandole endocrine durante uno sforzo fisico, cioè inizialmente una risposta acuta da parte della ghiandola con dismissione in circolo dei principali ormoni tiroidei, soprattutto dell’FT4 e in parte anche dell’FT3, perché la tiroide secerne meno FT3, e poi abbiamo nel prosieguo dell’attività un adattamento da parte della tiroide, come avviene con i nostri muscoli, con il nostro cuore o con il sistema nervoso al prolungarsi dell’attività.
In particolare succede che con il prolungarsi dell’attività sportiva o fisica in genere, la conversione dell’FT4 in FT3 viene a diminuire, e viene a formarsi un ormone invece inattivo, la reverse T3, per cui si può dire che durante uno sforzo intenso e prolungato la ghiandola tiroidea si adatta, diminuendo nel tempo la produzione di ormoni tiroidei molto attivi, sia a livello centrale sia periferico, per permettere all’organismo di sostenere lo sforzo stesso.
In conclusione possiamo dire che si evidenzia sempre di più nella letteratura scientifica il fatto che gli ormoni tiroidei possono essere indicati come marker dello stato di fatica di un atleta. Per anni il sistema endocrino è stato molto studiato invece sul versante degli ormoni steroidei, in particolare del testosterone e del cortisolo, cioè come si modifica la situazione di questi ormoni, e soprattutto il loro rapporto durante una performance sportiva agonistica.
Oggi invece possiamo dire che la tiroide è indicata come un organo che produce degli ormoni che possono essere importanti marker per valutare lo stato di fatica di un atleta. Se nel tempo si verifica una diminuzione significativa degli ormoni tiroidei, durante ad esempio la stagione agonistica, partendo ovviamente da una funzione tiroidea normale – perché parliamo sempre di stati fisiologici – questa alterazione della funzione tiroidea potrà essere letta come una difesa dell’organismo nei confronti di un’attività fisica ad alta intensità protratta nel tempo.
Quindi il meccanismo adattativo della funzione tiroidea allo sport, può essere utile al nutrizionista oppure all’endocrinologo dello sport, per fornire poi allo staff tecnico dei dati che possono portare a modulare i carichi allenanti, oppure gli impegni stagionali, ad esempio quando questi sono molto ravvicinati.