I trigliceridi alti nel sangue possono avere cause fisiologiche.
Ad esempio, durante la gravidanza, concentrazioni plasmatiche subiscono normalmente delle variazioni in base allo stato ormonale dando però raramente conseguenze cliniche. Tale incremento, infatti, è essenziale per il nutrimento e lo sviluppo del bambino. Una rara e subdola eccezione è l’ipertrigliceridemia le cui complicanze (pancreatite acuta, sindrome da iperviscosità e preeclampisia) possono mettere in pericolo di vita il feto e la madre, tale situazione è efficacemente prevenibile con un intervento tempestivo.
Naturalmente durante la fase finale della gestazione la concentrazione di trigliceridi aumenta normalmente da 2 a 4 volte. Tali aumenti per la maggior parte delle donne sane, cioè quelle che hanno livelli di trigliceridi basali (pre gravidanza) nella norma e che non sono affette da altre patologie metaboliche, sono ben tollerati. Tuttavia, in rari casi, le donne in gravidanza possono sviluppare ipertrigliceridemia e ancor più raramente tali livelli possono superare i 1000 mg / dL (11,4 mmol/litro), con maggior rischio di sviluppare complicanze acute e sono a maggior rischio di sviluppare dislipidemia in futuro. Solamente alcune rare mutazioni genetiche (LPL, APOE, e APOC2) sono state descritte nel contesto della chilomicronemia gestazionale.
Obesità e diabete gestazionale
I livelli di trigliceridemia diventano inoltre pericolosi in caso la gestante soffra di obesità in quanto tale condizione può favorire la comparsa del diabete gestazionale. L’obesità viscerale (o centrale) riveste un ruolo di primo piano nello sviluppo della resistenza all’insulina. Il tessuto adiposo è, infatti, in grado di produrre una serie di sostanze (leptina, TNF-α, acidi grassi liberi, resistina, adiponectina), che concorrono allo sviluppo dell’insulinoresistenza. Per tali donne, in caso siano presenti elevati livelli di trigliceridi e di colesterolo, ancor prima di iniziare la gravidanza, diventa fondamentale eseguire dei controlli specialistici, con riduzione della perdita di peso.
Fondamentale in questo caso diventa l’utilizzo degli acidi grassi Omega-3 poiché è dimostrato che la loro assunzione in gravidanza riduca il rischio di sviluppo di insulino-resistenza e preeclampisia. Inoltre è stato osservato che i bambini nati da donne che assumevano acidi grassi Omega-3 durante gravidanza e allattamento presentavano un maggiore sviluppo psicologico e del sistema immunitario.
Gli Omega-3 sono necessari per il completo sviluppo del cervello durante la gravidanza e nei primi due anni di vita, cioè quando il sistema nervoso centrale è nella sua piena fase di sviluppo. Studi scientifici hanno dimostrato che deficienze degli Omega-3 e del suo derivato DHA (acido docosaesaenoico) durante lo sviluppo possono causare disturbi emozionali, di apprendimento e immunitari durante l’arco di tutta la vita.
Bibliografia
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