Cos’è il mal di testa?
La cefalea (comunemente definita “mal di testa”) è una manifestazione dolorosa estremamente diffusa e fastidiosa, che interessa la regione cranica, sino a comprendere il cuoio capelluto e il viso.
Ne esistono molte forme differenti: infatti, la cefalea può comparire come patologia primaria o secondaria a un altro disturbo, anche grave.
Le cefalee primarie sono:
- cefalea tensiva
- cefalea a grappolo
- emicrania (con aura e senz’aura)
Le cefalee secondarie, derivanti da una ben definita e precisa malattia sottostante, sono:
- da sinusite,
- da nevriti o nevralgie craniche,
- da infezioni e infiammazioni,
- da malformazioni vascolari,
- da tumori del cervello,
- da ipertensione arteriosa,
- da glaucoma o altri problemi alla vista,
- da problemi dentali,
- da disturbo psichiatrico,
- cefalea post-traumatica (traumi cranici, ematomi o emorragie).
Le cause della cefalea
Le cause principali del mal di testa da un punto di vista fisiologico si distinguono in quelle:
- di natura infiammatoria (dei nervi cranici, dei muscoli extracranici e cervicali o delle meningi)
- di compressione (dei nervi cranici, dei muscoli extracranici e cervicali)
- di distensione, trazione o dilatazione dei vasi sanguigni (arterie e vene) intra o extra cranici.
È importante sapere che esistono anche altri fattori (esterni ed interni) che possono influenzare le diverse manifestazioni di mal di testa, le cui cause non sono del tutto chiare.
Dato il suo notevole incremento negli ultimi anni, sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sia la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC), continuano la ricerca su questa patologia.
In particolar modo, le cause dell’emicrania – la più diffusa, insieme alla cefalea tensiva – sono tra le più indagate, poiché sarebbero determinate da una variazione transitoria della circolazione sanguigna extracerebrale. Questo cambiamento avverrebbe al di sotto della leptomeninge (ossia la meninge che avvolge quella parte del cervello posizionata più internamente), provocando, prima una restrizione e poi una dilatazione dei vasi sanguigni.
Come si manifesta
Il mal di testa si manifesta principalmente con un dolore alla testa: può essere improvviso o crescere lentamente; debole o acuto, tanto da scatenare delle crisi forti e invalidanti, episodiche o croniche. Nel primo caso sono saltuarie, mentre quando sono cronicizzate la loro frequenza aumenta per intensità e numero di giorni di durata (almeno 15 giorni al mese).
Uno studio pubblicato nel 2006 (Epidemiology of headache in Europe) rileva che in Europa il 51% della popolazione soffre di cefalea, il 14% di emicrania e il 4% di cefalea cronica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha valutato, in particolare, che il 90% delle persone, almeno una volta nella vita, hanno sofferto di emicrania, tanto da averla inserita, nel 2002, tra le 20 patologie più disabilitanti in tutte le fasce d’età. Essa è in costante aumento, molto probabilmente a causa di una maggior presenza di sostanze inquinanti e uno stile di vita sempre più “stressante”.
Secondo le statistiche più recenti, nel nostro Paese l’emicrania interessa l’11,6% della popolazione, cioè oltre 5 milioni di italiani. Colpisce più le donne, dai 20 ai 50 anni (pare influenzata anche dal ciclo ormonale), contrariamente alla cefalea a grappolo, che interessa maggiormente la popolazione maschile.
Le cefalee primarie
Cefalea tensiva
La cefalea tensiva è la forma più diffusa, il cosiddetto “cerchio alla testa“, e colpisce più le donne che gli uomini. Quasi sempre questo tipo di mal di testa è dovuto a stress o a disturbi come l’ansia e la depressione. Di solito, non pregiudica le normali attività quotidiane.
Si manifesta con un dolore persistente, ma leggero e bilaterale (interessa sia il lato destro, sia quello sinistro), per il quale si ha la sensazione di avere una morsa che stringe la regione occipitale, frontale o tutta la testa. Talvolta, il dolore è accompagnato da capogiri, rigidità della nuca e manifestazioni ansiose.
La cefalea tensiva può essere:
- episodica (meno di 15 giorni al mese)
- cronica (per 6 mesi all’anno, complessivamente)
Può soffrire di cefalea tensiva, ad esempio, chi per motivi di lavoro o di studio trascorre molto tempo sui libri o davanti al computer col capo chino, tenendo i muscoli cervicali contratti e determinando così un restringimento dei vasi sanguigni e della loro rete nervosa.
Cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo si presenta con attacchi monolaterali, molto dolorosi e ravvicinati nel tempo (può essere episodica – da 7 giorni a mesi, con intervalli superiori a 2 settimane – o cronica – ogni giorno per più di 12 mesi consecutivamente), in determinati periodi del giorno e dell’anno. In particolar modo, gli episodi si ripetono ciclicamente seguendo sempre lo stesso schema, dando luogo ai cosiddetti “grappoli” (i cosiddetti “cluster”). Colpisce prevalentemente gli uomini, soprattutto tra i 20 e i 30 anni, ma non se ne conosce bene il perché. Gli attacchi di mal di testa durano da mezz’ora a un’ora. Il dolore è lancinante, violento e di solito è localizzato attorno all’occhio e allo zigomo, con possibile irradiazione a tempia, mandibola, naso o mento o, addirittura, a tutto il lato del cranio. Tali episodi sono associati ad altri sintomi quali: abbassamento della palpebra, lacrimazione e rossore al viso.
A differenza dell’emicrania, il mal di testa a grappolo non si accompagna quasi mai a nausea o vomito ma è, ad ogni modo, da considerarsi fortemente invalidante e condizionante della vita di chi ne soffre.
Emicrania
L’emicrania è una forma di mal di testa spesso monolaterale, cioè riguarda un solo lato della testa (come dice l’etimologia greca del termine: hìmi “mezzo” e kranìon “cranio”), che coinvolge inizialmente la regione frontale sopra l’occhio, poi anche la fronte e la tempia.
Questo tipo di mal di testa si manifesta con attacchi ricorrenti, che possono durare alcune ore o, nei casi più gravi, sino a 3 giorni, con frequenza da pochi episodi in 1 anno ad attacchi 2-3 volte alla settimana. Il dolore è intenso, pulsante, simile ad un martellamento che dà la sensazione, a chi ne è affetto, di sentire “scoppiare la testa”.
Il dolore è accompagnato da nausea, vomito, fotofobia (fastidio per la luce) o fonofobia (fastidio per i suoni), perciò si ha necessità di riposare lontani da luci e rumori.
In particolare, si distinguono due tipi di emicrania:
- emicrania con aura
- emicrania senza aura
Nell’emicrania con aura, l’attacco può essere preceduto e accompagnato da una serie di sintomi reversibili (durano da 5 a 60 minuti al massimo) di tipo neurologico: abbagliamenti, flash scintillanti di forma geometrica (scotomi), oscuramento o annebbiamento della vista e, in alcuni casi, difficoltà a parlare, formicolio e intorpidimento delle estremità.
Colpisce il sesso femminile, con dolori violenti simili a quelli della cefalea a grappolo, e condiziona fortemente la conduzione di una vita normale.
I fattori di rischio
I possibili fattori scatenanti di un attacco di mal di testa sono molteplici e possono riguardare sia condizioni fisiologiche della persona, ma anche l’ambiente che la circonda e le abitudini alimentari e di vita che conduce.
Possiamo, sommariamente, suddividerli in:
- Psicologici: emotività, stress, depressione.
- Endogeni: ormoni, insonnia o sonno prolungato, digiuno (ipoglicemia), affaticamento fisico, febbre, ipertensione arteriosa.
- Alimentari: cibi e bevande che contengono nitriti, glutammati o tiratina, come cioccolato, formaggi, vino e superalcolici, cibi grassi, fritti, carne di maiale e insaccati.
- Farmacologici: estrogeni, calcio-antagonisti, anfetamine, antipertensivi e farmaci per il trattamento di malattie cardiache.
- Ambientali: variazioni meteorologiche, altitudine, esposizione al sole per lungo tempo, fonti di luce abbagliante, rumori, odori molto forti, monossido di carbonio.
- Stili di vita: fumo, viaggi lunghi, attività fisica sostenuta, traumi.
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Come si previene il mal di testa?
La prevenzione totale delle varie forme di mal di testa è pressoché impossibile, essendo molto differenti, multicorrelate e per certi versi inesplorate le cause che le determinano. Tuttavia, tenendo in considerazione i fattori di rischio che potrebbero determinarle, si possono adottare degli accorgimenti per ridurli:
- prendersi delle pause da studio e lavoro ed evitare di sforzare troppo la vista davanti a libri o PC;
- evitare situazioni fortemente stressanti e praticare dell’attività motoria o sportiva in quantità moderata, che favorisca il relax;
- dormire non meno di 6 ore a notte. Il sonno è un momento molto importante per la nostra salute, tanto quanto la parte vigile della nostra vita;
- ridurre il consumo di bevande eccitanti e di cibi molto grassi;
- utilizzare solo i farmaci opportuni e prescritti dal medico, non abusare di antidolorifici o antinfiammatori, soprattutto in situazioni di cronicità del dolore
- smettere di fumare e condurre il più possibile uno stile di vita sano, evitando sbalzi di temperatura repentini o eccessi di calore. Far areare sempre le stanze in cui abitualmente risediamo o quelle in cui trascorriamo la notte.