Il primo momento è rappresentato dalla diagnostica clinica, quindi principalmente dall’anamnesi.
La patologia litiasica è plurirecidiva, per cui un soggetto che ha già sofferto precedentemente è chiaro che avrà quasi certamente una recidiva della calcolosi.
A parte la sintomatologia e l’esame obiettivo, quindi dopo aver visitato il paziente, si parte con quella che noi chiamiamo diagnostica per immagini.
Come per altre patologie l’ecografia la fa da padrona in questo tipo di diagnosi, e permette di fare una diagnosi immediata del grado di sofferenza del rene e della zona in cui si manifesta la presenza del calcolo. Tendenzialmente può essere presente a livello della via urinaria superiore, per questa noi intendiamo il rene e l’uretere, o anche a livello vescicale per dei calcoli che siano scesi attraverso la via urinaria.
Tuttavia l’ecografia è un esame statico, non è un esame dinamico nel senso che non ci dà aspetti sulla funzionalità del rene, per cui in una grossa percentuale di casi sarà necessario approfondire con un esame TAC con mezzo di contrasto. Nella fase senza mezzo di contrasto della TAC possiamo vedere le caratteristiche strutturali del calcolo, perché misuriamo abitualmente la durezza del calcolo, e possiamo risalire in buona parte alla natura del calcolo stesso, misurando le caratteristiche che noi definiamo unità Hounsfield. Queste ci permettono di dire già in partenza se siamo di fronte a una calcolosi più o meno dura, e quindi permettono di stabilire se avremo una risposta per esempio al trattamento con litotrissia extracorporea.
I calcoli duri più duri abitualmente non rispondono a questo trattamento e verranno shiftati direttamente verso trattamenti più invasivi quali possono essere l’ureterenoscopia o la chirurgia percutanea.
Mentre invece per quanto riguarda forme di calcolosi più fragile, abitualmente rispondono bene anche alla litotrissia extracorporea, oppure se parliamo di calcolosi di acido urico, potranno essere inquadrate in quelle poche forme di calcolosi che rispondono a una terapia medica chemiolitica, così come noi la definiamo.
Invece l’esame TAC con mezzo di contrasto ci dà un riferimento in relazione a quelle che sono le caratteristiche funzionali del rene, perché se il calcolo dimora nella via urinaria per lungo tempo, può determinare attraverso la stasi una sofferenza renale tale da portare all’assenza di funzionamento del rene interessato. Il soggetto affetto da questo problema può anche non accorgersi che il rene non funziona, in quanto il rene controlaterale potrà supplire benissimo alla funzionalità, senza dare nessun sintomo del cattivo funzionamento dell’altro, per cui è compito del clinico dare indicazione a effettuare questo esame e capire qual è il grado di funzionalità del rene, e se esso è stato compromesso dalla presenza del calcolo nella via urinaria.