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Trigliceridi alti: le cause secondarie dell’Ipertrigliceridemia

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L’ipertrigliceridemia è la condizione in cui nel sangue sono presenti livelli di trigliceridi alti. La causa principale è dovuta allo stile di vita e all’alimentazione. Oltre alle cause alimentari, l’ipertrigliceridemia presenta molte altre cause cosiddette “secondarie”, ovvero quando non coesiste una patologia genetica. Tra queste, l‘ipotiroidismo risulta la più comune per quanto riguarda l’iperlipidemia secondaria (aumento nel sangue del livello di colesterolo e trigliceridi), pertanto il livello del TSH dovrebbe essere valutato in caso si presenti iperlipidemia.

Altre patologie quali la sindrome nefrosica, l’insufficienza renale, le malattie epatiche, la sindrome di Cushing, l’ipercalcemia, il mieloma multiplo e il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) possono essere cause secondarie di ipertrigliceridemia.

I farmaci che possono indurre ipertrigliceridemia

Alcuni farmaci possono indurre l’innalzamento dei livelli di trigliceridi nel sangue. Si parla ad esempio dei glucocorticoidi (utilizzati come antinfiammatori e immunosoppressivi) e i contraccettivi steroidei, che sembra possano indurre ipertrigliceridemia soprattutto mediante l’aumento della produzione da parte del fegato dei trigliceridi. Gli estrogeni presenti nei contraccettivi, a loro volta, ne possono ridurre la clearance plasmatica, ovvero la riduzione dei livelli di trigliceridi nel sangue perché metabolizzati dal fegato.

I contraccettivi possono far aumentare i livelli di trigliceridi di circa il 15-40%, mentre per il colesterolo HDL si parla di circa il 5-10%. Inoltre, le donne che assumono contraccettivi orali sono predisposte a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari legato alla maggiore incidenza di trombosi, soprattutto per le fumatrici.

[row][two-thirds]Gli antipertensivi (utilizzati per ridurre la pressione arteriosa) hanno effetti variabili sui lipidi e lipoproteine. Anche se l’uso dei diuretici tiazidici (farmaci utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa) a breve termine aumenta i livelli di colesterolo totale, trigliceridi e colesterolo LDL, l’uso a lungo termine non è necessariamente associato ad alterazioni significative dei livelli dei lipidi.
Gli alfa-bloccanti possono causare un aumento del colesterolo HDL, mentre i beta-bloccanti aumentano i livelli dei trigliceridi e riducono il colesterolo HDL.
Tra i farmaci antipertensivi i simpaticolitici, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE inibitori) e i calcio antagonisti sono essenzialmente neutri sui lipidi.
I retinoidi, farmaci derivati dell’acido retinoico, maggiormente utilizzati per il trattamento dell’acne, possono essere associati a un aumento del rapporto LDL/HDL e occasionalmente dei trigliceridi.

Trigliceridi alti e diabete

I pazienti affetti da diabete e da insulino-resistenza presentano un classico profilo lipidico composto da alti livelli di trigliceridi, alti livelli di colesterolo totale (TC), bassi livelli di colesterolo HDL, e alto rapporto TC/HDL-C che indica un aumento del rischio cardiovascolare. Il peso corporeo e la pressione sanguigna sono di solito superiori nei soggetti diabetici rispetto ai soggetti non diabetici, il che aggrava il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Elevati livelli di trigliceridi e ridotte concentrazioni di colesterolo HDL sono molto comuni nei pazienti affetti da insulino-resistenza (aumentati livelli di insulina dopo i pasti).

L’aumento dovuto al BMI, Body Mass Index (indice di massa corporea)
I livelli dei trigliceridi possono aumentare anche a causa di un elevato indice di massa corporea (BMI). Anche il rapporto vita-fianchi, che aumenta con l’avanzare dell’età e in maniera importante nel post-menopausa nelle donne, può determinare un aumento dei trigliceridi.

Ipertrigliceridemia e avanzare dell’età

Infine, i livelli di trigliceridi aumentano con l’aumentare dell’età, sia per gli uomini che per le donne. Tuttavia, sono più esposte le donne, i cui livelli del colesterolo LDL (colesterolo cosiddetto cattivo) aumentano drammaticamente proprio nel postmenopausa. Pertanto viene a mancare il fattore protettivo sulle malattie cardiovascolari. Spesso può anche coesistere un aumento dei trigliceridi concomitante ad un aumento della circonferenza vita, dovuto ad alterazioni del metabolismo indotte dai bassi livelli di estrogeni.