La rinite in gravidanza costituisce un problema diffuso? Si può parlare di una patologia specifica?
Possiamo dire che più della metà delle donne in gravidanza manifesta i sintomi caratteristici di una rinite, con ostruzione nasale, starnuti e rinorrea. Riguardo all’origine del problema, qualche anno fa è stato condotto uno studio sui recettori degli estrogeni e del progesterone nella mucosa nasale delle donne in gravidanza; effettivamente è stata riscontrata una maggiore ricettività, anche se in letteratura i pareri sull’esistenza di una vera e propria “rinopatia gravidica” sono piuttosto controversi. Quello che è certo è che dai riscontri oggettivi con le dirette interessate e con i ginecologi, il problema sembra avere una notevole rilevanza, e meriterebbe perciò uno studio approfondito dal punto di vista funzionale.
Qualche ipotesi sulle cause del problema?
Come accennato, il nostro gruppo di ricerca ha dimostrato una differente concentrazione di strong>ormoni sessuali e dei loro recettori sulla mucosa nasale nelle varie fasi ormonali della donna, ormoni che durante la gravidanza presentano livelli elevati nel sangue. In particolare il disturbo è legato sia ad un effetto diretto degli ormoni sessuali sulla mucosa nasale, sia ad uno indiretto che determinerebbe una variazione di concentrazione locale dei recettori per gli ormoni e di alcuni neurotrasmettitori. L’effetto finale è un aumento della vascolarizzazione e delle secrezioni ghiandolari che determina uno stimolo continuo sulla mucosa nasale causa di gonfiore e congestione. I sintomi tendono a sparire dopo il parto, ma in rari casi permangono e tendono a cronicizzare.
Qual è il miglior approccio terapeutico in un periodo così delicato?
Il problema dell’aspetto terapeutico è legato al fatto che durante la gravidanza è sconsigliata l’assunzione di farmaci quali cortisonici e vasocostrittori. In passato gli otorini tendevano a indirizzare le donne con questi problemi verso le terapie termali che tuttavia sono sconsigliate prima del terzo trimestre di gravidanza e dopo il 7° mese. Inoltre oggi risulta oggettivamente piuttosto complicato per una donna incinta dedicare 15 giorni a un ciclo termale in località spesso lontane dalle grandi città. Senza dubbio possono essere d’aiuto i lavaggi nasali con soluzioni fisiologiche, però quello che merita la massima attenzione è un approccio completamente nuovo, ovvero il trattamento con nebulizzazioni nasali di acido ialuronico. La sua utilità nell’eliminazione dei sintomi e nel migliorare la qualità della respirazione è dimostrata da diversi studi, e presenta inoltre il grande vantaggio di non avere alcuna controindicazione all’utilizzo in gravidanza. In generale esistono diversi prodotti in commercio, alcuni dei quali non riportano l’assenza di controindicazioni in gravidanza, per questo motivo è assolutamente importante scegliere prodotti che assicurino degli standard di purificazione altissimi ed è altrettanto importante la conservazione della confezione e l’integrità della stessa.
Come agisce nello specifico?
Il trattamento viene somministrato con un device specifico facilmente utilizzabile direttamente a casa. Questo supporto ha la capacità di nebulizzare le particelle di sostanza attiva in diametro adeguato ad agire nelle alte vie respiratorie: se la nebulizzazione rendesse le particelle troppo piccole, queste non riuscirebbero infatti ad agire a livello nasale terminando nei bronchi. Da sottolineare che la praticità di utilizzo e l’assenza di controindicazioni permettono tempi di utilizzo prolungati, a tutto vantaggio dell’efficacia. Per quanto riguarda l’effetto del trattamento, possiamo dire che l’acido ialuronico svolge sostanzialmente un’azione antiinfiammatoria, unita a un effetto trofico, ovvero di nutrimento della mucosa nasale, che la rende anche più forte e resistente nei confronti degli insulti ambientali. Questo ruolo protettivo è fondamentale anche come difesa da infezioni di carattere virale e da eventuali complicanze quali le rinosinusiti, che poi presenterebbero ulteriori problemi di terapia farmacologica.