Per difenderci dal caldo estivo ci sottoponiamo ogni anno, più o meno volontariamente, a un massiccio “bombardamento” di aria condizionata: tra uffici, negozi e mezzi di trasporto, senza contare l’ormai ampia diffusione degli impianti domestici, per almeno un paio di mesi, il nostro naso è costretto a fare i conti con un’aria priva di umidità che determina secchezza e infiammazione delle mucose.
Si tratta della cosiddetta rinite secca, i cui sintomi vanno dalla difficoltà di respirazione, al prurito a naso e gola, alla riduzione dell’olfatto, fino al sanguinamento del naso.
Per rimediare ai danni dell’estate, la soluzione ideale suggerita dal Prof. Matteo Gelardi, Specialista in Otorinolaringoiatria e responsabile del Centro di Rinologia del Policlinico Universitario di Bari, è la somministrazione topica di acido ialuronico 9 mg ad alto peso molecolare nebulizzato, in grado di idratare la mucosa e ripristinarne l’ottimale funzionalità.
Come ricorda il Prof. Gelardi, grazie ad un innovativo device portatile è oggi particolarmente semplice ricorrere a questo trattamento di grande utilità per adulti e bambini, sia in fase terapeutica, sia come prevenzione.
L’acido ialuronico è uno dei componenti fondamentali dei tessuti umani, e ne garantisce idratazione, elasticità e resistenza, ma per agire con la massima efficacia, le gocce nebulizzate devono avere un diametro intorno ai 10 micron: dimensione ottenibile in modo pratico e veloce con il nuovo dispositivo, senza bisogno di utilizzare i tradizionali apparecchi per aerosol.
Le particelle di questa grandezza si depositano sulla mucosa nasale, restituendogli tutte le caratteristiche che gli permettono di svolgere al meglio la loro funzione protettiva e di umidificazione dell’aria inspirata.
Le mucose che ricoprono le cavità nasali sono infatti deputate alla produzione di muco (fino a 300 ml al giorno) che imprigiona le particelle nocive provenienti dall’esterno, come polveri, pollini, batteri e virus, e le espelle mediante il continuo movimento di particolari cellule ciliate (clearance mucociliare).
Eventuali alterazioni del microclima dell’aria che respiriamo, soprattutto per quanto riguarda il tasso di umidità, pregiudicano il buon funzionamento di questo meccanismo. Ecco allora che l’aria più secca prodotta dall’aria condizionata – ma attenzione anche al riscaldamento invernale, agli ambienti fumosi e all’uso di alcuni farmaci – riduce la capacità protettiva delle mucose, che spesso reagiscono all’insulto con la produzione di croste.