La deviazione del setto nasale è molto frequente, e la struttura cartilaginea che separa le due fosse nasali non è quasi mai perfettamente diritta; in alcuni casi però queste deviazioni determinano un’ostruzione che compromette la respirazione nasale, ed è allora che si interviene – sia sulla parte cartilaginea sia su quella ossea – eliminando i difetti funzionali che non consentono una respirazione ottimale. In particolare l’intervento si rende necessario quando i test di funzionalità nasale (rinomanometria) e il tempo di trasporto mucociliare risultano alterati; per questa ragione si è soliti parlare di “settoplastica funzionale”.
L’intervento è spesso associato a quello di riduzione dei turbinati inferiori, cioè di strutture carnose presenti nelle fosse nasali, formate da lamine ossee ricoperte da mucosa, che possono risultare eccessivamente ingrossate e, perdendo la capacità di aumentare e diminuire di volume, causano a loro volta un’ostruzione nasale.
In alcuni casi la settoplastica può essere inoltre connessa alla modifica estetica della piramide nasale, prendendo così il nome di rinosettoplastica.
La settoplastica viene effettuata solitamente in anestesia generale e prevede un ricovero ospedaliero di una o due notti.
L’intervento
L’intervento di settoplastica è poco invasivo, in quanto eseguito per via endonasale, cioè le incisioni che permettono al chirurgo di accedere alle strutture nasali vengono praticate all’interno delle narici senza lasciare cicatrici visibili all’esterno.
Dopo aver scollato il setto nasale dalla mucosa che lo ricopre, vengono asportate le porzioni deviate di cartilagine (in alcuni casi vengono asportate anche piccole parti ossee) prima di riposizionare la mucosa sulla parte rimanente non deviata; la piccola ferita interna viene poi suturata con punti riassorbibili. Spesso vengono anche applicate per circa 15 giorni due sottili lamine di silicone, con lo scopo mantenere il setto nella posizione corretta e prevenire la formazione di ematomi. La durata dell’intervento può variare da una a due ore circa, ma in casi di deviazioni particolarmente complesse può essere necessario rimuovere l’intero setto nasale per poi reinnestarlo, con tempi di intervento superiori.
Post-operatorio
Le conseguenze dell’intervento di settoplastica sono minime, e le complicanze molto rare, ma si possono manifestare gonfiori ed ecchimosi che scompaiono in una decina di giorni. Dopo l’intervento si rende comunque necessario un tamponamento nasale per 24/48 ore onde evitare sanguinamenti; sono poi previste due medicazioni successive, distanziate di una settimana, che consistono nel rimuovere secrezioni ed eventuali aderenze. La guarigione di croste e ferite viene supportata con terapie antibiotiche da valutare in ogni specifica situazione, utili anche a scongiurare eventuali infezioni batteriche.
Per una guarigione dal punto di vista osseo e cartilagineo sono necessari 7-8 giorni, poi in altri 7-14 giorni avviene la guarigione della mucosa delle cavità nasali, con la risoluzione del gonfiore interno e la ripresa delle normali funzioni respiratorie, con corretti livelli di umidità e di produzione di muco.
La brevità dei tempi di recupero è sostenuta dal miglioramento delle tecniche operatorie, ma anche dai nuovi dispositivi oggi disponibili che, grazie alla semplicità della somministrazione (nebulizzazione nasale di acido ialuronico 0,3%), sono in grado di favorire un pronto recupero funzionale, lubrificando e rigenerando la mucosa che ha subito alterazioni funzionali conseguenti all’intervento.
L’acido ialuronico è infatti una molecola normalmente presente all’interno dei nostri tessuti, e la sua somministrazione eseguita tramite nebulizzazione rende prontamente disponibile questa molecola a livello delle mucose. La sua utilità come cicatrizzante è elevata, ma funziona anche come biostimolante e biorivitalizzante, in grado di riparare e ricostruire i tessuti, velocizzando il processo di guarigione e normalizzazione della mucosa e della clearance mucociliare, ovvero il meccanismo che permette di rimuovere le secrezioni dalla superfice epiteliale