Primavera: comincia la stagione difficile per chi soffre di allergia ai pollini. Ma le riniti allergiche sono davvero soltanto stagionali?
Le malattie allergiche sono oggi così diffuse che a livello internazionale si parla ormai di epidemia. Le stime dicono che entro il 2020 oltre il 50% della popolazione generale sarà affetta da problemi allergici respiratori, in particolare riniti e asma.
La stagionalità è ormai un criterio “relativo”: le variazioni climatiche hanno completamente mutato e allungato il periodo di impollinazione di molte piante, così ad esempio i pollini di parietaria sono presenti senza soluzione di continuità nel corso dell’anno, mentre quelli delle graminacee concedono una tregua solo in pieno inverno.
Anche nelle linee guida ARIA non si parla più di rinite allergica stagionale o perenne, bensì di rinite allergica persistente o intermittente.
Oltre alle variazioni climatiche, quali altre variabili hanno contribuito a peggiorare la situazione allergie?
Oggi è ormai nota la relazione tra aumento di malattie allergiche-respiratorie e stile di vita occidentale; ad esempio l’obesità è un importante fattore di rischio, così come anche le sostanze inquinanti. Queste ultime agiscono secondo un doppio meccanismo: da un lato lo smog irrita le vie respiratorie, mentre dall’altro potenzia l’attività allergenica dei pollini fino a 100 volte, come emerso da uno studio giapponese che ha preso in esame l’effetto delle particelle incombuste del diesel. Ecco spiegato perché chi abita in città soffre solitamente più di chi vive in campagna.
Parlando di rimedi, esiste solo una terapia sintomatica o è possibile ricorrere a una profilassi preventiva?
Parlare di terapia delle malattie allergiche significa fare riferimento a una gestione integrata che si basa su tre elementi fondamentali: misure di prevenzione, terapia farmacologica e immunoterapia allergene-specifica. I migliori risultati si ottengono con un’integrazione dei tre differenti approcci.
Prevenzione
Si tratta di una strategia individuale, con la quale cercare di rimuovere gli allergeni o abbassarne la concentrazione, valida soprattutto in presenza di allergeni perenni di natura ambientale, come gli acari della polvere, le muffe o i derivati epidermici degli animali domestici.
Nelle misure di prevenzione rientra ad esempio una corretta igiene della mucosa nasale, che permetta di allontanare fisicamente gli allergeni riattivando l’attività vibratile delle cellule ciliate dell’epitelio nasale.
Terapia farmacologica
è basata principalmente su antistaminici e cortisonici nasali ed eventualmente su un trattamento specifico per l’asma di natura allergica.
Questi farmaci sono rivolti al controllo dei sintomi e andrebbero assunti per l’intero periodo in cui si entra in contatto con gli allergeni, infatti la loro efficacia termina con l’interruzione della terapia.
Immunoterapia allergene specifica
L’unico rimedio in grado di modificare la storia naturale della patologia allergica è rappresentato dall’immunoterapia allergene-specifica. Si tratta in pratica di estratti di allergeni somministrati per via sublinguale o iniettiva, in grado di modificare la risposta immunitaria del singolo soggetto, garantendo effetti sintomatici, ma soprattutto riducendo il rischio di progressione e complicanze della malattia e dell’insorgenza di nuove sensibilizzazioni allergiche.
Nell’ottica di un’integrazione terapeutica, qual è il ruolo dell’acido ialuronico?
L’acido ialuronico rientra nell’ambito della strategia preventiva/curativa delle malattie allergiche. Quando si manifesta l’infiammazione allergica della mucosa nasale, si determina in realtà un danno delle cellule epiteliali con maggiore produzione di muco e riduzione dell’attività vibratile delle cellule ciliate, che normalmente aiutano la mucosa a rimuovere gli allergeni.
Il primo presidio terapeutico dovrebbe consistere nell’impiego di lavaggi nasali con nebulizzazioni di acido ialuronico 0,3%: oltre a favorire la rimozione degli allergeni, questa sostanza ha anche dimostrato di avere ottime capacità di riattivazione delle ciglia vibratili e di fluidificazione del muco entro cui restano intrappolate le particelle allergeniche.
Sarebbe dunque buona norma, prima di procedere con una terapia a base di steroidi, usare sostanze meno aggressive per la mucosa che possono essere impiegate per lungo tempo. L’acido ialuronico è infatti completamente naturale e senza rischi di effetti collaterali: offre in definitiva un grande aiuto al paziente nella gestione delle allergie, sia per un minore utilizzo di farmaci steroidei, sia come riduzione dei sintomi.
È possibile indicare uno schema terapeutico?
Bisognerebbe cercare di anticipare i primi sintomi, utilizzando acido ialuronico per i lavaggi, poi seguire con antistaminico e steroidi nasali se i disturbi aumentano d’intensità con l’avanzare della stagione, per poi riprendere con il solo acido ialuronico quando si ha un miglioramento.
Le nebulizzazioni andrebbero effettuate due volte al giorno, mattina e sera, per tutto il periodo di fioritura.
Anche fuori dal periodo allergico, i lavaggi nasali con acido ialuronico sono utili per mantenere la funzionalità delle mucose, infatti l’allergico ha una sovraesposizione di recettori per i rinovirus sulla mucosa nasale, quindi è più frequentemente soggetto a virosi respiratorie che determinano un danno delle ciglia vibratili.
L’immunoterapia allergene-specifica deve essere presa in considerazione in tutti i pazienti allergici in cui è dimostrata una evidente correlazione clinica tra i sintomi e la sensibilizzazione allergica. Può essere iniziata in età pediatrica (a partire dai 5 anni di età) e deve essere protratta per almeno 3 anni.
Un consiglio conclusivo?
Il vero segreto della terapia delle allergie è l’approccio integrato tra i vari presidi, che vanno utilizzati in momenti diversi e con finalità differenti.
è compito del medico spiegare la natura cronica della malattia allergica e l’importanza delle terapie protratte nel tempo.