Sesso e cistite: un binomio delicato che, specie nelle donne maggiormente predisposte alle infezioni vescicali, è a volte fonte di un disagio profondo che può portare anche a ripercussioni sul rapporto con il partner.
Innanzitutto vediamo perché le donne più soggette agli episodi di cistite, è più frequente andare incontro a una recidiva dopo i rapporti sessuali.
Come sottolinea la Prof.ssa Costantini, la causa è quasi sempre di natura anatomica.
Nella donna infatti l’uretra – il canale che unisce la vescica all’esterno – è molto corta (circa 5 cm), perciò è normale che i batteri presenti nell’area genitale, per una questione meramente meccanica, riescano a risalirla durante il rapporto, arrivando fino alla vescica e generando infiammazione.
Perché si manifesta l’infezione?
Ovviamente non sempre un rapporto sessuale dà luogo a una cistite: l’ingresso dei batteri in vescica non è infatti di per sé causa sufficiente a scatenare l’infezione. Una volta entrati, i germi devono riuscire ad aderire alle pareti vescicali per dar luogo ai sintomi, ed è perciò intuitivo che riuscire a eliminarli prima del loro “insediamento”, ne scongiurerebbe l’azione dannosa. Per questo la Prof.ssa Costantini sottolinea che a volte sono sufficienti piccoli accorgimenti per prevenire i disturbi: uno su tutti quello di urinare dopo il rapporto per eliminare insieme all’urina i batteri presenti nella vescica.
La Dott.ssa Debora Marchiori, Specialista in Urologia presso Villa Erbosa, Gruppo Ospedaliero San Donato di Bologna, aggiunge che eliminare i batteri è fondamentale, perché la penetrazione tende a “spremere” le cellule della vescica, favorendo la fuoriuscita dei germi e quindi nuove recidive in una situazione già precaria. In questi casi poi il dolore è esasperato dal fatto che lo sfregamento spinge l’uretra infiammata contro l’osso pubico, accentuando la reazione infiammatoria.
Cistite e calo del desiderio
In ogni caso, anche quando la sintomatologia dolorosa legata alla cistite si manifesta in seguito ai rapporti è assolutamente sbagliato sospendere l’attività sessuale, avverte la Dott.ssa Marchiori, perché il rischio è altrimenti quello di instaurare un meccanismo in cui la paura porta a contrazione muscolare riflessa, peggiorando la situazione dolorosa quando si decide di riprende l’attività sessuale.
Privarsi di una buona qualità di vita relazionale e sessuale a causa della patologia può portare anche stress e difficoltà nella vita di coppia ; inoltre, se da un lato evitare il sesso può portare a una guarigione più rapida perché non viene stimolata l’area dell’infiammazione, dall’altra c’è il rischio di un blocco del “desiderio” anche successivamente, con una situazione in cui la paziente non vuole più provare ad avere rapporti per il timore di nuove recidive.
Quali rimedi?
L’approccio più corretto, secondo la Dott.ssa Marchiori è quello di ridurre i rapporti ma senza sospenderli, curando contestualmente l’infiammazione, cercando anche di rilassare la muscolatura pelvica; il medico insomma deve mettere la paziente nelle migliori condizioni affinché il rapporto sia progressivamente sempre meno doloroso.
Anche l’impiego di antispastici prima e di lubrificanti durante i rapporti sessuali, sono rimedi che il medico potrebbe suggerire per ridurre il fastidio. Va ricordato che l’uso del diaframma non è invece consigliato, in quanto esercita una pressione sulla vescica e peggiora i sintomi.
Approfondimenti
Per maggiori informazioni ascolta le interviste alla Prof.ssa Elisabetta Costantini, Specialista in Urologia ed in Ostetricia e Ginecologia presso la Clinica Urologica Andrologica Università degli Studi di Perugia e alla Dott.ssa Debora Marchiori, Specialista in Urologia presso Villa Erbosa, Gruppo Ospedaliero San Donato di Bologna. Dott.ssa Monica Sommariva