Se i risultati dei test di laboratorio evidenziano valori non corretti, allora l’endocrinologo potrà approfondire la valutazione, prescrivendo uno o più esami strumentali tra ecografia, scintigrafia e agoaspirato.
Ecografia tiroidea
È un mezzo di indagine rapido, semplice e privo di rischi, ma di grande utilità per la valutazione della morfologia e della struttura della tiroide, grazie anche alla posizione “agevolata” della ghiandola, alla base anteriore del collo.
Con questo esame strumentale, basato sulla differente capacità dei tessuti di riflettere gli ultrasuoni, si possono ricavare informazioni dettagliate sul volume della ghiandola e sulla presenza di eventuali noduli o di infiammazione. Ulteriori informazioni si possono ottenere abbinando all’ecografia un eco-color doppler, esame rivolto a valutare lo stato di vascolarizzazione.
Scintigrafia tiroidea
Questo esame diagnostico “per immagini” offre molte informazioni su forma e dimensioni della tiroide, ma soprattutto sulla sua funzionalità. È basato sulla somministrazione di sostanze radioattive a bassa emissione e rapido decadimento (es. iodio e tecnezio) che si vanno a distribuire nei tessuti da analizzare: un apposito ricevitore sarà poi in grado di individuare le aree di maggior “captazione” del tracciante radioattivo, restituendo un’immagine dettagliata.
La scintigrafia è un esame “complementare” all’ecografia, che resta l’indagine strumentale “di base”.
Agoaspirato (Biopsia tiroidea)
Questa tecnica d’indagine mini-invasiva, chiamata anche FNA (Fine-Needle Aspiration), è eseguibile in ambulatorio e consiste nel prelievo di materiale dalla ghiandola tiroidea per un successivo esame citologico. È il procedimento più accurato ed efficace per distinguere i noduli benigni da quelli maligni; si tratta di un metodo semplice, sicuro e senza controindicazioni, da effettuare quando un nodulo viene giudicato “sospetto”.