L’ipertiroidismo o tireotossicosi è una patologia legata, nella maggior parte dei casi, a una eccessiva produzione ormonale da parte della tiroide, con conseguente esposizione dei tessuti periferici a livelli elevati di ormoni tiroidei.
L’ipertiroidismo è uno dei disturbi endocrini più frequenti e può manifestarsi a qualsiasi età, ma interessa soprattutto le donne in età fertile, a causa – pare – di una generale maggior predisposizione del sesso femminile alle malattie autoimmuni.
Le cause dell’ipertiroidismo
Le principali cause cliniche responsabili di ipertiroidismo sono in ordine di frequenza – nelle aree iodio-sufficienti – il gozzo diffuso tossico (morbo di Basedow), il gozzo multinodulare tossico e il gozzo uninodulare tossico (morbo di Plummer).
Nelle aree iodio-carenti, dove esiste una elevata prevalenza di gozzi multinodulari, il gozzo multinodulare tossico è più frequente del gozzo diffuso tossico. Altre cause rilevanti, meno frequenti ma di una certa importanza, sono le forme associate a tiroiditi e quelle farmacologiche, con eccessiva assunzione di ormoni tiroidei, ad esempio per un trattamento non corretto dell’ipotiroidismo.
I sintomi dell’ipertiroidismo
I sintomi dell’ipertiroidismo possono comprendere numerosi disturbi, tutti legati a un aumento dell’attività metabolica, tra cui:
- un sensibile aumento di volume della tiroide,
- perdita di peso,
- intolleranza al calore,
- alterazioni della cute e dei capelli,
- insonnia,
- aumento delle contrazioni cardiache.
Nel caso del morbo di Basedow tra i sintomi più evidenti si ha anche l’esoftalmo, ovvero la sporgenza dei bulbi oculari.
Le terapie
La terapia dell’ipertiroidismo dipende essenzialmente dalla sua causa. Al momento sono tre le vie a disposizione: terapia con farmaci anti-tiroidei, che riducono cioè la velocità di sintesi degli ormoni tiroidei, e in caso della sua inefficacia, asportazione chirurgica totale o parziale della ghiandola o trattamento con iodio radioattivo.