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La vulvodinia: le 10 domande più frequenti

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Le 10 domande più frequenti su cos’è la vulvodinia, quali sono i sintomi e i campanelli d’allarme, le terapie oggi disponibili e i consigli da seguire per gestirla al meglio. Risponde il nostro esperto, il Dott. Daniele Porru, Urologo Specialista della Struttura Complessa di Urologia presso la Fondazione IRCCS Policlinico S. Matteo di Pavia e consulente urologo presso l’IRCCS Fondazione Istituto Neurologico Mondino di Pavia.

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1 – Ho dolore e bruciore durante i rapporti sessuali, può essere vulvodinia?

Bruciori e dolori nei rapporti sono indicatori di una possibile patologia o di una problematica da approfondire. A volte, pur non essendo dolorosi sul momento i rapporti scatenano dei dolori successivi, o per l’insorgenza di una cistite o per il dolore e basta. Entriamo in un campo in cui può trattarsi di vulvodinia o di una disfunzione dell’area pelvica che va definita meglio parlandone con lo Specialista.

2 – Cos’è la “vulvodinia”? E’ una patologia o una sindrome? Ed è vero che il SSN non la riconosce come patologia?

Si tratta di una allodinia dell’area vulvare, ovvero di una sensazione alterata, una ipersensibilità nell’area vulvare provocata da uno stimolo di solito tattile. Quando, toccando con un cotton fioc (swab test) l’area vulvare si percepisce una sensazione di puntura, o bruciore o comunque di dolore, allora si parla di allodinia, ovvero vulvodinia. Sono in corso contatti con le autorità sanitarie per fare in modo che la vulvodinia sia riconosciuta dal SSN.

3 – Se ho dolore e bruciore qualche giorno dopo i rapporti sessuali può essere vulvodinia?

Il dolore e il bruciore nei giorni successivi a un rapporto fanno supporre che da un problema percettivo si sia passati a un coinvolgimento muscolare, quindi anche a una patologia muscolare pelvica dell’elevatore dell’ano e quindi parliamo di sofferenza e contrattura di quell’area. In questo caso si tratta di un campanello d’allarme da non trascurare, ed è opportuno parlarne subito con il proprio Medico.

4 – Quali sono i campanelli d’allarme per la vulvodinia?

Dolore e bruciore sono senz’altro due campanelli d’allarme, talvolta sono avvertiti anche spontaneamente, senza aver avuto rapporti sessuali. In caso di rapporti, è utile capire se il dolore perineale-vaginale-vulvare viene avvertito subito oppure il giorno dopo o al massimo i due giorni successivi al rapporto.

5 – A chi bisogna rivolgersi?

Per quanto riguarda la vulvodinia le figure di riferimento sono il ginecologo o l’urologo. Tuttavia, il ginecologo che non ha esperienza e formazione specifiche, per una serie di motivi, non sempre è in grado di identificare correttamente il problema, e per questo può essere utile rivolgersi anche all’urologo, a seconda delle modalità di esordio dei sintomi e dell’esperienza dello Specialista nella gestione della patologia.

6 – Quali possono essere le cause?

Bisogna premettere che non si è ancora arrivati a una conoscenza completa e definitiva del problema, poiché trattandosi di una sindrome dolorosa, la vulvodinia ha una eziologia multifattoriale. Si può osservare che le cistiti ricorrenti tendono ad essere associate alla vulvodinia, perché anche quando si guarisce dagli episodi di cistite talvolta permangono i sintomi dolorosi. In realtà, le infezioni ricorrenti non rappresentano l’unico evento iniziale, poiché a causa della ridotta protezione del film idrolipidico della mucosa vulvare le infezioni urinarie ascendenti divengono più comuni, e possono quindi rappresentare una conseguenza del dolore vulvare. Un’altra possibile causa riguarda gli eventi traumatici del tratto sacrale della colonna e del coccige, che possono causare un danno, e successivamente un’infiammazione, del nervo pudendo, da cui sorge un piccolo ramo che abbraccia tutto il perineo, innerva le strutture nervose dell’ano e ha poi dei rami che giungono ai genitali esterni, ovvero le grandi e piccole labbra, uretra e vescica.

7 – Quali sono le terapie oggi disponibili?

Ci sono terapie con sostanze che aiutano il ripristino e la normalizzazione della cosiddetta allodinia, ovvero della aumentata percezione di una sensazione dolorosa nell’area vulvare. Alcuni di questi composti hanno origine naturale che aiutano a ricomporre le fibre nervose alterate che sono responsabili della allodinia. Anche la riabilitazione muscolare riveste un ruolo importante. Come le terapie del pavimento pelvico di rilasciamento manuale o con stimolazione elettrica, la cosiddetta TENS. Sono terapie necessarie perché nella vulvodinia la patologia infiammatoria della rete nervosa molto spesso si associa ad un dolore e a ipertono/contrattura della muscolatura pelvica, e quest’ultima a sua volta crea le condizioni per il persistere del dolore, chiudendo il circolo vizioso che lo automantiene.

8 – L’alimentazione può avere un ruolo?

L’alimentazione non è una causa, ma in realtà influisce negativamente su due aspetti. Nelle cistiti le sostanze acide che si mangiano o si bevono – quindi succo d’arancia, pomodoro, sugo di pomodoro, cioccolato, anche gli alcolici – diventano irritanti poiché contribuiscono a irritare la parete vescicale e uretrale. Tutto ciò che si beve e contiene tali sostanze rende più acide le urine. La mucosa vescicale ed uretrale, se resa ipersensibile dall’infiammazione cronica, trasmette una sensazione di fastidio/bruciore di solito assente nell’area in cui avviene la raccolta (vescica) o il passaggio delle urine (uretra).

9 – Quali consigli dare in merito a stile di vita e abitudini?

Dal punto di vista delle abitudini bisogno porre attenzione ai tessuti che entrano in contatto con le parti intime. Quelli naturali sono da preferire, sia per quanto riguarda gli asciugamani sia per gli slip: meglio quindi il cotone, la seta, il lino. Nella quotidianità il cotone è decisamente preferibile. Inoltre il colore bianco è molto meglio dei tessuti colorati, in quanto i coloranti dei tessuti sono irritanti per le mucose. I detergenti dovrebbero essere usati non più di una volta al giorno, questa pratica non trascura infatti l’igiene poiché la detersione con acqua svolge un’azione sufficiente.

10 – Che ruolo ha il supporto psicologico?

Dal punto di vista psicologico, inquadrando la paziente, è importante mettere a fuoco quanto sia in grado di superare le vicende anche altalenanti di questa patologia, questo è di certo un aspetto cruciale.


Ultimo aggiornamento 12/12/2016