In cosa consiste la terapia con BCG e in quali casi viene utilizzata?
“Il BCG, acronimo di “Bacillo di Calmette-Guerin”, è un batterio tubercolare attenuato, cioè privato del suo effetto patogeno, impiegato ormai da diversi anni nella terapia dei tumori superficiali della vescica ad elevato rischio. Il BCG viene somministrato in vescica dopo l’asportazione della neoplasia, con lo scopo di ridurre il rischio di recidiva e progressione della patologia. La comparsa di sintomi irritativi del basso tratto urinario costituisce una frequente complicanza di tale terapia. Essi tendono ad autolimitarsi nel tempo nella stragrande maggioranza dei casi e rispondono alle comuni terapie sintomatiche. In alcuni casi, fortunatamente rari, possono instaurarsi cistiti severe con sintomi persistenti che non rispondono alle terapie convenzionali”.
Con quali trattamenti si può intervenire per affrontare questa tipologia di cistiti farmaco-indotte?
“La terapia di prima linea è costituita da farmaci antibiotici e antinfiammatori. La terapia di seconda linea è attualmente poco studiata. La somministrazione endovescicale della combinazione di acido ialuronico e condroitin solfato è indicata per il trattamento delle cistiti croniche. Essendo la cistite indotta da BCG una forma di cistite cronica, abbiamo impiegato tale combinazione quale terapia di seconda linea in caso di cistiti BCG-indotte non responsive alla prima linea. In occasione dell’ultimo congresso dell’Associazione Europea di Urologia (EAU) tenutosi a Stoccolma, l’Unità Operativa di Urologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Napoli diretta dal Prof. Vittorio Imperatore, in collaborazione con il Dipartimento di Urologia dell’Università Federico II di Napoli diretta dal Prof. Vincenzo Mirone, ha presentato i risultati di uno studio retrospettivo riguardante questo approccio terapeutico. Lo studio ne ha confermato l’efficacia, analizzando gli esiti della terapia endovescicale con la combinazione di acido ialuronico e condroitin solfato in pazienti con manifestazioni di cistite chimica severa, causata da trattamento con BCG e resistente alle terapie convenzionali normalmente utilizzate per questo problema”.
Quali sono stati più precisamente i risultati?
“I risultati sono stati soddisfacenti. In più del 90% dei pazienti si è registrato un netto miglioramento nella sintomi della cistite , intesi sia come urgenza e frequenza minzionale sia come dolore vescicale. I risultati sono stati ottenuti dopo l’interruzione del trattamento con BCG e la somministrazione endovescicale su base settimanale per 8 settimane. Pur con soli 17 casi esaminati, da questo studio emergono per la prima volta dati promettenti sull’impiego della combinazione acido ialuronico/condroitin solfato in questa tipologia di pazienti, con sensibili miglioramenti soggettivi ed oggettivi”.
Dove nasce l’efficacia dei glicosaminoglicani nel contrastare i sintomi della cistite?
“In condizioni fisiologiche la vescica possiede un rivestimento interno con funzione per cosi dire “impermeabilizzante”. Nel momento in cui si danneggia questo rivestimento, le sostanze irritanti presenti inevitabilmente nell’urina penetrano negli strati profondi dell’organo e si attivano una serie di risposte anomale che si autoamplificano e sono in grado di causare dolore, aumento della frequenza minzionale, riduzione della capacità vescicale. Nella cistite da BCG, così come in tutti i casi di cistite cronica, vi è una perdita del rivestimento protettivo interno della vescica. L’acido ialuronico ed il condroitin solfato fanno parte integrante del rivestimento interno della vescica. La loro somministrazione dall’esterno è in grado riparare il danno, ripristinando lo strato di protezione della vescica e quindi agendo sul primum movens, la causa primaria dei sintomi. In altre parole agiscono in modo analogo al rifacimento dell’intonaco di una stanza per proteggerne i muri”.
Per quanto tempo va seguita la terapia endovescicale per avere dei buoni risultati? E quanto a lungo si protraggono?
“Le instillazioni di acido ialuronico e condroitin solfato nel nostro studio sono state effettuate una volta alla settimana per 8 settimane. Una volta ripristinato il rivestimento vescicale vengono meno i meccanismi a cascata che amplificano il danno. L’ipotesi è che in qualche misura il problema riesca ad autolimitarsi, ma ancora mancano evidenze istologiche e strutturali, che verranno valutate in studi successivi.
Per adesso siamo in possesso di dati preliminari che ci indicano che i pazienti trattati hanno avuto significativi benefici al termine del trattamento senza alcun effetto collaterale, e che questi benefici nel contrastare i sintomi della cistite sono stati persistenti nel tempo, mantenendosi elevati anche a un anno di distanza”.